Prodi e la Spagna

8-1-2024

Politica

Prodi e la Spagna

Un intervento sulla lettera di Prodi all’Ansa sulla “gara” con la Spagna

Il presidente del Consiglio Prodi ha inviato una lettera all’agenzia Ansa, pubblicata oggi sul portale internet, in cui si sottolinea una reazione al presunto sorpasso dell’economia spagnola rispetto a quella italiana. Nel derby latino Prodi è sicuro: vince ancora l’Italia!

A detta del presidente il Fondo monetario internazionale, colloca l’Italia in vantaggio di circa 3000 euro in termini di Pil pro capite espresso a parità di potere d’acquisto e in tema di reddito in valori assoluti, il cui confronto è il più certo grazie ai dati Eurostat; il risultato del 2006 è di 25100 euro in Italia e 22300 in Spagna. Secondo Prodi la stessa differenza è nelle statistiche dell’Fmi, in cui il dato del Pil pro capite italiano è di 31791 dollari e quello spagnolo di 27767. “Ancora una volta una differenza non piccola” afferma il presidente.

La riflessione che un mese fa il Sole 24 ore aveva affrontato in merito ai dati di crescita della Spagna rispetto all’Italia non lasciano dubbi. Ma sono certezze ben diverse da quelle di Prodi. Basti leggere i dati contenuti nel Rapporto dell’ICE Istituto nazionale per il Commercio Estero italiano Ufficio di Madrid.

Prendendo spunto dal 2006 come fatto da Prodi possiamo riportare che la Contabilità nazionale spagnola (base 2000) che ha aggiornato le stime relative alla serie contabile 2003-2006, presenta, rispetto ai dati precedenti, crescite reali del PIL di un decimo in più per gli anni 2003, 2004 e 2005; il tasso di incremento per il 2006 resta, invece, invariato.

Sulla base di questi nuovi dati, nel 2006 il prodotto interno lordo della Spagna (980,95 miliardi di euro) è cresciuto del 3,9%, tre decimi in più rispetto al 2005.

L’andamento positivo è proseguito nel primo e secondo trimestre 2007 con aumenti rispettivi del 4,1% e del 4%.

Nel 2006 l’apporto negativo del settore estero al PIL è sceso a 1,2 punti percentuali (-1,6 punti nel 2005), la riduzione è stata dovuta alla maggiore vivacità delle esportazioni di beni e servizi, che sono cresciute a ritmi superiori a quelli delle importazioni. Nel secondo trimestre del 2007 tale apporto negativo si è posizionato su -0,9 punti.

Il settore turistico ha avuto risultati positivi nel 2006 sia in valore (48,2 miliardi di euro / +4,8% rispetto al 2005) che in volume (58,5 milioni di turisti in arrivo / +4,5% rispetto al 2005). Nel periodo gennaio/agosto 2007 (ultimi dati disponibili) sono arrivati nel Paese 41,5 milioni di turisti (+2,2% rispetto allo stesso periodo 2006), quelli italiani hanno rappresentato il 6,4% del totale. Gli

introiti per turismo nei primi otto mesi del 2007 hanno raggiunto i 33.954 milioni di euro (+3,7% rispetto allo stesso periodo 2006). La media di permanenza nel Paese in tale periodo è stata di nove giorni e la spesa media di 846 euro.

L’analisi dell’attività produttiva del Paese offre andamenti positivi per l’industria che, nel 2006, ha avuto una crescita del 2,9% (1,0% nel 2005). Nei primi tre mesi del 2007 l’attività industriale ha segnato un aumento del 5,5%.

Nel 2006, il mercato del lavoro è stato caratterizzato da una maggiore stabilità nei ritmi di crescita, con un incremento dei contratti di lavoro a tempo pieno del 3,1% (pari a 550.000 posti di lavoro), simile a quello registratosi nel 2005. Il settore edilizio è stato quello che ha registrato i maggiori incrementi (7,5% contro il 7,0% del 2005). Il tasso di disoccupazione è sceso all’8,5% (9,2% nel 2005). Gli ultimi dati disponibili riguardano il secondo trimestre del 2007, periodo in cui il tasso d’incremento infrannuale dell’occupazione è stato del 3,2%, mentre la disoccupazione è scesa all’8%.

L’indice dei prezzi al consumo (IPC) ha chiuso il 2006 al 2,7% (3,7% nel dicembre 2005), tasso superiore alla media dei paesi UEM (1,9%). Il tasso medio annuo spagnolo è stato del 3,5% (3,4% nel 2005).

Ora se si leggono soltanto alcuni dati, quelli che fanno più comodo, e soprattutto quelli che non rilevano la dinamicità dell’economia non si fa un bel servizio di analisi.

Ciò che va valutato è il grado di apertura dell’economia, il livello occupazionale, il trend di crescita economica e il sentiment di appartenenza.

Bene, se consideriamo questi rilievi l’Italia perde caro presidente Prodi. Non che se la debba prendere più di tanto, certi risultati sono frutto di un risultato di decenni di sprechi che sono sotto gli occhi di tutti e ad opera di diverse colorazioni politiche. Si badato all’indebitamento pubblico, cioè ad incrementarlo, senza valutare sortite negli ammortizzatori sociali innescando una spirale perversa di stillicidio delle tasche italiane, crepando l’assetto patrimoniale e creando sacche di povertà evitabili.

Che la Spagna superi l’Italia ora o domani può essere solo un bene per rimboccarci le maniche.


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