Obama all’america, Andreotti all’Italia
8-1-2024
Politica
Obama all’america, Andreotti all’Italia
Il primo presidente nero ha 47 anni, sorride e saltella sul palco. Da noi manca poco che Andreotti ci muore in tivvù…
Obama ha vinto, non sto qui a unirmi alla schiera degli obamiani. Non sarei onesto e, se fossi stato americano, avrei scelto McCaine. Perché? I democratici americani non hanno molto a che spartire con la sinistra europea, anzi sono quelli che pensano alla centralità americana piuttosto che al mondo. I repubblicani sono più aperti, credono che l’America stia nel mondo.
Detto questo Obama è giovane, Obama è nero. Il sogno americano che ciascuno in quel paese può avere una opportunità è confermato in pieno. L’America è il paese della speranza mentre l’Europa e l’Italia restano l’angolo del mondo delle eredità, dei posti presi, del familismo.
Obama, un uomo che si è fatto da sé, che 4 anni fa non entrò neanche alla convention per la definizione delle candidature democratiche ed oggi è Presidente.
Per noi cosa cambia? Nulla, l’America è lontana, la sua velocità è un’altra cosa. Per noi cambia l’attesa del cambio generazionale, è questa una lezione per la gerontocrazia italiana.
Negli Stati Uniti eleggono un 47enne, da noi in tv va a parlare Andreotti che di anni ne ha 90 e ci rimane davanti alla Tv.
Negli Stati Uniti McCaine riconosce l’avversario e a 72 anni passa la mano alla Palin, da noi Andreotti a novanta fa il cicisbeo in Tv e ancora detta legge, spiega un mondo che non è suo.
Avete visto come cammina Obama, avete visto la vitalità della moglie, la gioia dei figli? Obama che salta sul palco, Andreotti che gli viene un accidente in diretta Tv, rimane immobile, teso.
Ecco la differenza tra noi e l’America, tra noi e il mondo. Obama è nero, il papà era del Kenia, lui è americano, da noi ci sentiamo diversi a 50 chilometri di distanza. Differenze, tante.
McCaine dice: “Fino a ieri Obama era il mio avversario, oggi è il mio Presidente”.
Lo avete mai sentito dire da Berlusconi di Prodi, a Veltroni di Berlusconi?
Sono particolari, ma è dai particolari che si vede il tutto, per questo amo l’America. Avrei votato McCaine, Obama sarà ingenuo, ma è fico da morire che un negro figlio di un africano emigrato guidi la più grande nazione del mondo.