Latina. Scendono in piazza migliaia di dipendenti passati dagli Enti Locali allo Stato. Questa mattina un incontro a Roma

8-2-2024

Economia

Latina. Scendono in piazza migliaia di dipendenti passati dagli Enti Locali allo Stato. Questa mattina un incontro a Roma

Le cose, si sa, col tempo sono destinate a cambiare, nella vita quotidiana come nell’assetto burocratico amministrativo, che rispecchia più o meno fedelmente i processi a cui sovente si assiste. Ma non sempre questo è un bene, non sempre cambiamento è sinonimo di miglioramento. Ne sanno qualcosa i circa 95 mila dipendenti degli Enti Locali di tutta Italia che dal 1 gennaio 2000 sono passati sotto la “grande ala” protrettice dello Stato senza saperne nulla e senza acconsentire alla cosa. Oggi alle 10.30 si incontreranno in Piazza della Repubblica a Roma, per poi raggiungere in corteo il Ministero della Pubblica Istruzione nella speranza di essere ricevuti dal Ministro Tullio De Mauro. Gli ex dipendenti degli Enti Locali hanno costituito un Comitato spontaneo che per la prima volta sfila per le strade della capitale per far valere le sue ragioni. Il fatto è che, col decreto 184, convertito successivamente nella “famigerata” legge 124 del 1999, il profilo amministrativo di queste 95 mila persone è cambiato e, non potendo essere inquadrati nelle parametrazioni statali coloro i quali appartenevano al sesto livello provinciale, sono stati inseriti in nuove sequenze contrattuali con uno specifico profilo amministrativo. La cosa che questi ex dipendenti pubblici non riescono ad accettare è la mancata volintarietà del passaggio dagli Enti Locali allo Stato, come invece avviene per chi passa dallo Stato agli Enti Pubblici; la penalizzazione economica e giuridica che, a loro avviso, subiscono da 16 mesi a questa parte; la dequalificazione professionale e la perdità di anzianità di carriera come invece prevede l’Accordo Aran-Sindacati – l’ Agenzia di rappresentanza sindacale – del 20 Luglio 2000, che il Ministro della Pubblica Istruzione Tullio De Mauro sta trasformando in decreto. In parole semplici, chi oggi, suo malgrado si ritrova a dipendere dallo Stato e non più da un Ente locale, percepisce lo stipendio di prima più un assegno personale compensativo della differenza tra quanto prevedeva l’Ente e quanto prevede lo Stato per la stessa qualifica funzionale. Viene a perdersi per strada, in questo processo di smobilitazione, quello che veniva dato come compenso incentivante, inteso non solo come premio di produzione, ma come “risarcimento” della mancata rivalutazione economica dell’indennità di anzianità, bloccata al 1985. Inoltre, oggi non viene riconosciuta integralmente l’anzianità giuridica ed economica maturata presso l’Ente Locale, come previsto dalla legge 124 del 1999, neanche retroattivamente, cioè a partire dal 1 Gennaio 2000, data dell’entrata in vigore della legge “incriminata”. Se a questo aggiungiamo il fatto che questi ex dipendenti degli Enti Locali non si sentono affatto protetti e tutelati dai loro Sindacati, accusati di inerzia e immobilismo e che reputano di essere trattati come lavoratori di “serie B”, a differenza dei colleghi che dipendono da Ministeri, si deduce con molta facilità che il malcontento e l’insoddisfazione da gridare in piazza siano altissimi e che a nulla varranno le parole e le promesse, se ad esse non seguiranno fatti.


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