Formia. Viabilità. Silvio D’Arco (Federlazio): «Occorre potenziare le infrastrutture territoriali e realizzare al più presto il “sistema produzione”»

8-2-2024

Economia

Formia. Viabilità. Silvio D’Arco (Federlazio): «Occorre potenziare le infrastrutture
territoriali e realizzare al più presto il “sistema produzione”»

Rendere competitivo il territorio, rilanciare lo sviluppo, offrire nuove opportunità di
investimento alle imprese e creare nuovi e qualificati posti di lavoro nel Lazio meridionale,
destinato a ricoprire un ruolo determinante nello sviluppo economico dell’intera regione quale
area di cerniera per lo scambio e la comunicazione di uomini e mezzi. E per raggiungere questi
obiettivi occorre innanzitutto potenziare le infrastrutture territoriali e soprattutto
accelerare la realizzazione del “sistema produzione”. Queste le considerazioni fatte da Silvio
D’Arco, vice presidente della Federlazio di Latina, nella riunione del consiglio direttivo
congiunto della Federazione delle piccole e medie imprese del Lazio delle province di
Frosinone e Latina tenutosi il 25 settembre presso l’Hotel Miramare di Formia.
Per svolgere un ruolo propulsivo occorre un efficiente funzionamento dei sistemi di scambio,
il cui presupposto essenziale è rappresentato da un’adeguata logistica nel sistema dei
trasporti: viabilità, portualità e sistema ferroviario, perfettamente integrati e sinergici
a promuovere gli scambi necessari.
Lei che è un imprenditore di Formia come spiega che dopo anni di discussione, sebbene d’accordo
sugli obiettivi, non siate ancora riusciti a passare concretamente dalle parole ai fatti?
«Questo è il vero punto dolente: comprendere le ragioni che impediscono di farci passare
davvero dalle idee progettuali alla concreta realizzazione delle opere e degli interventi
che sono in campo. Siamo tutti convinti oramai che il Porto di Gaeta, il Mof-Mercato
ortofrutticolo di Fondi, l’Intermodale e l’Aeroporto di Latina sono pezzi di un unico
progetto sistemico che contiene in sé un grande potenziale di sviluppo per la movimentazione,
la lavorazione e la commercializzazione, anche internazionale, dei beni e delle merci.
Si tratta di un sistema logistico integrato, che percorre l’intero territorio provinciale:
un progetto ambizioso ma possibile da realizzare poiché gran parte delle infrastrutture è
già esistente. Il Porto c’è, il Mof esiste, l’Intermodale è pronto da oltre un anno,
l’Aeroporto è lì ed ha solo bisogno di essere sistemato e riorganizzato a svolgere le nuove
funzioni passeggeri e commerciali».
E allora, cosa state aspettando?
«Per mettere in rete questi progetti ci vuole però una grande volontà, sia politica che
imprenditoriale. C’è bisogno di un’azione convinta e corale di tutti i diversi livelli
istituzionali: nazionali, regionali e provinciali. È proprio questo che è mancato fino ad oggi.
Noi dobbiamo invertire rapidamente questa tendenza. Siamo tutti convinti che è fondamentale
riorganizzare il nostro sistema stradale e ferroviario. C’è una piena condivisione,
da parte delle forze politiche e sociali, sui progetti e sugli obiettivi da raggiungere:
strada pedemontana di Formia, adeguamento e messa in sicurezza della Formia-Cassino,
variante della via Flacca dai Venticinque ponti a S. Agostino, la bretella Fondi-Ceprano,
la SS 156 Monti Lepini, e il raccordo Cisterna-Valmontone-Pontinia».
Perché non si cominciano a realizzare le opere già finanziate?
«Il paradosso del sud della provincia di Latina sta nel fatto che non riusciamo a
trasformare in cantieri i progetti e le risorse finanziarie che già esistono: abbiamo decine e decine di miliardi già impegnati sulla carta, continuiamo a chiedere alla Regione e al Governo altre risorse che sono necessarie, ma al contempo non riusciamo a spendere i soldi che già abbiamo disponibili.
Vediamo allora quali sono le questioni aperte nel sud pontino.
«Il Consorzio Industriale cui aderiscono 11 comuni ha praticamente già opzionato
dall’Obiettivo 2 circa 40 miliardi per mettere a sistema il suo parco-progetti relativo alla
movimentazione portuale delle merci ed alle infrastrutture ed ai servizi necessari per il
freddo, l’autoparco, la palazzina di servizi, l’area per la movimentazione delle merci,
la riattivazione del tronco ferroviario Formia-Gaeta. Ebbene, su questo tema che dovrebbe
vederci tutti d’accordo è in atto un braccio di ferro tra ASI, ossia il Consorzio che ha sede a
Gaeta e l’ASPO, l’Associazione per i servizi portuali; ognuno dei enti due rivendica la
competenza della gestione dei finanziamenti: il che rischia di far vanificare tutto il lavoro
svolto finora, compresi i finanziamenti».
E cosa può dirci sulla viabilità di cui è assai carente il sud della provincia di Latina?
«Per la strada pedemontana di Formia (181 miliardi disponibili) è stata bandita, da diversi
mesi, la gara d’appalto del 1° lotto ma a tutt’oggi non sono stati ancora affidati i lavori;
la progettazione per il tratto Itri-Fondi affidata, da oltre 2 anni, agli ingeneri Giuseppe
Chiota e Francesco Russo non sappiamo che fine abbia fatto. La variante Flacca, nel tratto
S. Agostino-25 Ponti (15 miliardi dal bilancio regionale ’99) è ferma da oltre un anno».
Dunque, il vero problema non è la mancanza di risorse o la carenza di progetti…
«Infatti. Qui è venuta meno la politica della concertazione. In questo quadro di debolezza,
è venuta conseguentemente a mancare anche l’imprenditoria locale e provinciale. Oggi,
l’imprenditoria deve assumere una funzione propulsiva, deve essere in grado di far pesare
le proprie ragioni, assumendo un ruolo forte, autorevole, di spinta verso il potere politico
e verso le istituzioni».
Ma le istituzioni hanno già fatto tanto: per esempio, cosa si aspetta ad utilizzare i 40 miliardi
messi a disposizione dalla regione per favorire lo sviluppo economico e l’occupazione del
territorio pontino?
«I 40 miliardi, disponibili grazie alla legge regionale 21/95 non si sono ancora utilizzati
perché nel “tavolo di concertazione”, istituito dalla Provincia per individuare i progetti
da finanziare, non si è ancora trovato un accordo. E se continuiamo così rischiamo
davvero di non essere più credibili quando invochiamo poi i nuovi investimenti per
realizzare le infrastrutture».
Come pensate di rilanciare la piattaforma sulle infrastrutture?
«Gli associati della Federlazio di Frosinone e Latina stanno facendo un grandissimo sforzo
per dare un contributo vero e concreto al rilancio dello sviluppo e dell’occupazione nel
Basso Lazio. La nostra Piattaforma sulle infrastrutture va rilanciata: deve essere la
nostra bussola e deve diventare la vera “cartina di tornasole” per i nostri parlamentari
e per i nostri rappresentanti nelle istituzioni ai diversi livelli provinciali, regionali
e locali».
Ma cosa contate di fare sotto l’aspetto operativo per rilanciare le vostre iniziative?
«L’iniziativa congiunta delle due Associazioni di Frosinone e Latina deve continuare,
deve essere assunta, da tutti noi, come metodo di lavoro. Credo che noi dobbiamo costruire
un vero e proprio “tavolo di lavoro”. Dobbiamo istituire un Osservatorio permanente, un
gruppo di lavoro capace di verificare gli impegni assunti dalle istituzioni e di monitorare
tutti gli interventi in corso. Nel contempo credo che sia altrettanto necessario intensificare
le nostre azioni: dobbiamo continuare a dialogare, a dare maggiore impulso alle istituzioni,
a mettere di fronte alle proprie responsabilità tutte le forze politiche».
Quindi i direttivi della Federlazio di Frosinone e di Latina continueranno ad incontrarsi per elaborare iniziative congiunte?
«Certo. Le iniziative che sapremo mettere in campo nei prossimi mesi saranno decisive per
dare a questa parte del territorio regionale una rete infrastrutturale davvero moderna e
competitiva, capace di attrarre nuovi investimenti e di creare nuove possibilità di sviluppo.
Questo lembo meridionale del Lazio ha bisogno di stare unito: Latina e Frosinone hanno le
potenzialità per costruire sinergicamente un sistema territoriale capace di competere con
altri sistemi territoriali. In tal modo le due province del Lazio meridionale
possono concorrere, da protagoniste, alla crescita sociale ed economica dell’intera Regione».


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