Ruggero Mantovani e l’alternativa comunista
8-1-2024
Politica
Ruggero Mantovani e l’alternativa comunista
Il candidato sindaco: «La crisi capitalistica anche a Latina si sta aggravando…»
Ruggero Mantovani è il candidato sindaco del Partito di Alternativa Comunista alle prossime elezioni amministrative del 15 e del 16 maggio.
«La crisi capitalistica anche nel nostro Paese si sta allargando e aggravando. Oggi, la vera natura del capitalismo è sotto gli occhi di tutti: per arginare la caduta del tasso di profitto e far pagare la crisi ai lavoratori, il capitale non esita a chiudere aziende; a ricorrere a licenziamenti di massa e all’ulteriore precarizzazione dei rapporti di lavoro; a trasferire la produzione in Paesi in cui la forza lavoro costa meno; ad attaccare in modo diretto – con politiche razziste, espulsioni, respingimenti, ecc – gli strati più sfruttati della classe operaia, cioè gli immigrati (divenuti capro espiatorio della crisi del sistema). Il capitalismo in putrefazione determina la distruzione delle forze produttive, con conseguenze catastrofiche soprattutto sulle nuove generazioni, condannate alla miseria e alla disoccupazione. Non è da escludersi che i magnati della grande industria e della finanza, memori degli insegnamenti del secolo scorso, per conservare il proprio predominio e salvaguardare i profitti, alimentino una deriva guerrafondaia che potrebbe condurre anche a una nuova stagione di conflitti interimperialistici.
La crisi in Italia coinvolge migliaia di imprese dell’industria, dell’edilizia, dell’artigianato, del commercio, del turismo, dei servizi. La grande impresa attraversa una fase di ulteriore concentrazione e centralizzazione del capitale con conseguenti chiusure di stabilimenti. La Fiat, mentre riceve finanziamenti dalle banche (Intesa San Paolo, Unicredit) e stabilisce accordi e fusioni internazionali (Chrysler), annuncia la chiusura di stabilimenti (Pomigliano, Termini Imerese) e migliaia di licenziamenti, spostando gran parte dell’intero suo asse produttivo al di là dell’oceano, negli Stati Uniti, approfittando di finanziamenti del Tesoro statunitense e negoziando con il sindacato aziendale (sindacato che, in combutta col padronato, entrerà nel consiglio di amministrazione della nuova società) la violenta compressione dei diritti dei lavoratori già assunti e da assumere (drastica riduzione dei salari, divieto di sciopero, ecc).
La situazione a Latina non è diversa».