Cirio. La crisi del più grande stabilimento di trasformazione del pomodoro dell’Agro Pontino mette a rischio 70 posti di lavoro, ma soprattutto rischia di cancellare l’intero comparto. Le proposte di Ricciuti

8-3-2024

Economia

Cirio. La crisi del più grande stabilimento di trasformazione del pomodoro dell’Agro Pontino
mette a rischio 70 posti di lavoro, ma soprattutto rischia di cancellare l’intero comparto.
Le proposte di Ricciuti

Si tratta di un settore che produce ogni anno 500mila quintali di pomodoro da trasformazione per
l’industria con un giro d’affari per i produttori di oltre 10 miliardi di lire e coinvolge
centinaia di imprese agricole. Inoltre i 70 lavoratori dello stabilimento setino hanno l’orgoglio
di produrre 20 milioni di bottiglie di conserve che si collocano nel top del mercato per qualità.
Il marchio Cirio è sinonimo di prodotto d’eccellenza: è un patrimonio da tutelare.
Lo stato di difficoltà della Cirio è paragonabile alla crisi che ha portato al disinvestimento
della Good Year su Cisterna con l’aggravante che proprio sul settore agro-alimentare si sta
costruendo l’ipotesi di futuro dell’economia pontina.
Come salvare lo stabilimento? Prova a rispondere Riccardo Ricciuti (Forza Italia):
«È importante fare tesoro dell’esperienza passata: Good Year è rinata attraverso
l’iniziativa di imprenditori privati con la collaborazione sinergica delle Istituzioni locali.
Dobbiamo essere in grado di ripetere questo per Cirio.
In questi giorni, ci stiamo impegnando di concerto con tutte le associazioni agricole, le
amministrazioni locali, ad iniziare dalla provincia, per superare questa crisi.
A Cisterna l’uscita dal mercato di una grande multinazionale è stata l’occasione per rafforzare
il polo aeronautico pontino.
Dobbiamo creare le condizioni affinché il caso Cirio diventi l’avvio di un rilancio
dell’agro-industria che proprio con lo stabilimento Cirio di Sezze e lo zuccherificio di Latina
Scalo ha avuto la sua origine.
Mi impegno a mettere in campo tutte le iniziative di sostegno a questo processo di recupero
del sito produttivo e a farmi parte, se eletto, di azioni positive per l’agroalimentare e per
l’agricoltura pontina, che ha specificità che sino ad ora non hanno trovato risposta nella
legislazione nazionale».


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