Latina. Bieticoltura. Riccardo Pedrizzi: «Un settore che rischia di morire, con gravi conseguenze per l’economia». Un incontro con la Sadam

8-3-2024

Economia

Latina. Bieticoltura. Riccardo Pedrizzi: «Un settore che rischia di
morire, con gravi conseguenze per l’economia». Un incontro con la Sadam

In merito agli ultimi sviluppi della questione bieticolo-saccarifera in provincia di Latina,
il senatore di AN Riccardo Pedrizzi annuncia che incontrerà i rappresentanti della Sadam,
l’industria che ritira il prodotto dalla zona. «Si parlerà in particolare -fa sapere Pedrizzi-
del fenomeno dello “sclerozio” e verrà affrontato il conseguente problema della penale degli
zuccheri riducenti che strangola il settore bieticolo pontino, per cercare di trovare una
soluzione».
L’esponente di AN spiega che “la Sadam imputa al marciume una riduzione non più sopportabile
della resa in zucchero, e pertanto provede a penalizzare i coltivatori. Il tutto si traduce
in una perdita del prodotto del 30%. Tale penale colpisce unicamente i coltivatori a scaglioni
fino ad arrivare a togliere 1.500 lire al quintale. Ora è vero che lo sclerozio si manifesta
in modo molto virulento nella zona per diversi fattori, dal clima mite con alta percentuale
di umidità per tutto l’arco dell’anno alle caratteristiche naturali del terreno che favoriscono
la proliferazione del fungo, ma è tutto da dimostrare -rimarca Pedrizzi- che la diminuzione
della resa in zucchero sia dovuta allo “sclerozio”. E del resto -aggiunge- per 60 anni lo
zuccherificio di Latina ha lavorato le bietole senza tanti problemi, ed anche la Sadam nel ’93
ha trasformato il prodotto pontino senza eccessivi patemi d’animo, tanto che ci si chiede
perchè adesso non sia più possibile».
Per il senatore, insomma, “c’è il rischio che il bieticoltore cancelli definitivamente la
coltura dalla sua azienda. Il che sarebbe gravissimo per l’economia agricola provinciale.
Basti pensare che la coltura interessa 1000 aziende agricole, 200 ditte di contoterzisti,
altrettante di trasporto ed un indotto che è impossibile quantificare. Un patrimonio del
genere -conclude Pedrizzi- non si può distruggere, non si può cancellare la coltura in una zona
dove c’è tutto l’interesse e la volontà di coltivare. Anche di questo parleremo nella riunione
con i rappresentanti della Sadam che faremo incontrare successivamente con le organizzazioni di
categoria”.


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