Cisterna. Termoinceneritore. I Comunisti del PdCI ribadiscono il no: «Chiediamo al Sindaco Mauro Carturan di andare fino in fondo nella lotta»

8-1-2024

Politica

Cisterna. Termoinceneritore. I Comunisti del PdCI ribadiscono il no: «Chiediamo al
Sindaco Mauro Carturan di andare fino in fondo nella lotta»

In merito alla questione della richiesta di concessione edilizia per realizzazione Impianto produzione di energia da C.D.R. presentata da Ecowatt-2 i Comunisti Italiani ribadiscono la loro contrarietà a sistemi quali: il conferimento in discarica, l’incenerimento di rifiuti tal quale, la produzione di energia da rifiuti e da C.D.R., mentre sono favorevoli a forme di tutela ambientale e sviluppo sostenibile ed al potenziamento della raccolta differenziata.

Pur restando aperti alle innovazioni tecnologiche riteniamo che la possibilità di realizzazione di impianti di produzione di energia non possano essere localizzati in territorio di Cisterna per una serie di motivazioni politico-urbanistico-territoriale.

«Riteniamo che alla base di ogni provvedimento amministrativo sia indispensabile, soprattutto quando si tratta della salute dei cittadini, che vi sia una informazione più dettagliata. L’Amministrazione comunale nella vicenda Idrocompany ha commesso un errore di sottovalutazione del problema, non ha informato adeguatamente i cittadini e non ha dato adito a quanto previsto dal programma elettorale della coalizione di centro-sinistra che a pag. 6 nel paragrafo “Urbanistica, lavori pubblici, ambiente e territorio” così recita: “Per ogni azione rilevante, oltre a quanto previsto dalle norme vigenti, l’Amministrazione si impegna a promuovere vere e proprie conferenze pubbliche per la valutazione dell’impatto ambientale e delle conseguenze sull’equilibrio generale del nostro territorio”.

A fronte di ciò chiediamo al Sindaco Carturan ed alla nuova maggioranza di centro-destra, di volersi fare interprete del rispetto del programma elettorale, elaborato dalla coalizione di centro sinistra che ha vinto le elezioni e sottoscritto anche dai Comunisti Italiani, affinché vi sia una attenzione ai problemi inerenti la tutela della salute pubblica dei cittadini.

Entrando nel merito dell’incontro riteniamo che la richiesta di concessione edilizia sia da respingere a fronte di alcune considerazioni quali:

il 15 febbraio 2000, con Delibera Consiglio Comunale n° 100 il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità la non ospitalità di impianti: di incenerimento, di termovalorizzazione di rifiuti, di produzione di energia tramite combustione nel territorio di Cisterna;

il 15 dicembre 2000 con Delibera di Giunta n° 517 è stato attivato a Cisterna lo Sportello Unico a fronte di ciò la domanda di concessione edilizia andava indirizzata allo Sportello Unico in quanto è competente in materia di attività produttive come dettato dal DPR 447/1998, modificato dal DPR 440/2000, art. 4 comma 2bis che così recita: “Ove sia già operante lo sportello unico, sono nulli gli atti autorizzatori, nullaosta, pareri o atti di consenso comunque denominati, anche a contenuto negativo, rilasciati al richiedente da amministrazioni diverse dalla struttura. Tali amministrazioni hanno l’obbligo di trasmettere le eventuali domande ad esse presentate, relative a procedimenti disciplinati dal presente regolamento, alla struttura responsabile del procedimento, allegandovi gli atti istruttori eventualmente già compiuti e dandone comunicazione al richiedente”;

il regolamento del Consorzio Industriale (ASI) non contempla la realizzazione di tali impianti che verrebbero ad essere in contrasto con attività legate alla produzione alimentare ed agricola;

il territorio di Cisterna viste le sue caratteristiche agricole, turistiche ed ambientali, riconosciute a livello nazionale e regionale, non può permettersi la localizzazione di tali impianti che ne pregiudicherebbero lo sviluppo agricolo, turistico ed ambientale;

A fronte di quanto sopra e delle preoccupazioni legittime dei cittadini, degli imprenditori agricoli e turistici, riteniamo si debba procedere con una verifica attenta e generale delle condizioni ambientali in cui versa il nostro territorio che nel corso degli anni è stato attaccato e massacrato da interventi privi di qualsiasi politica di salvaguardia ambientale in modo da elaborare una procedura che indaghi le emergenze ambientali presenti sul territorio quali ad esempio: discariche abusive, attività industriali inquinanti e quant’altro risulti fonte di inquinamento ambientale e danno per la salute pubblica dei cittadini.

Al contempo ribadiamo la necessità di ripensare tutta la pianificazione urbanistica e territoriale, anche alla luce di quanto dettato dalla Legge Urbanistica regionale, concernente le attività produttive attraverso scelte che:

creino le premesse per un intervento che, partendo dall’analisi del tessuto produttivo e delle sue necessità, porti alla creazione di strumenti infrastrutturali quali: ricerca, servizi, formazione, nuove tecnologie;

pongano le basi per una politica innovativa, che non sia né il semplice mantenimento industriale né tantomeno interventi come patti territoriali, accordi di programma, etc. tutti basati sulla politica dell’emergenza;

prendano in seria considerazione la delocalizzazione dell’attuale area ASI: troppo vicina al centro abitato ed a ridosso dell’aeroporto militare e di una importante area archeologica, “specializzandola” in area al servizio delle attività agricole ed allo stesso tempo trasformino l’area a mantenimento industriale Ambito C Olmobello (ex Goodyear etc.) in nuova area ASI.


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