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8-3-2024

La Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla in Italia è stata promossa per la prima volta nel 2012 dall’Associazione “Mi Nutro di Vita” (Pieve Ligure – GE). Solo nel 2018 è stata finalmente sancita dalla Presidenza del Consiglio e il 15 marzo è riconosciuto istituzionalmente come Giornata nazionale contro i Disturbi dell’Alimentazione. 

L’obiettivo è di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dei Disturbi del Comportamento Alimentare (D.C.A.): Anoressia, Bulimia, Binge Eating, Obesità e altre forme e di offrire speranza a coloro che stanno ancora lottando. Ogni evento dedicato a questa giornata ha lo scopo di aumentare l’attenzione della popolazione italiana attorno a queste patologie che utilizzano il corpo come mezzo per comunicare un disagio ben più profondo. Diffondere la corretta informazione intorno ai DCA è fondamentale, per facilitare la comprensione dei meccanismi psico-biologici che favoriscono la malattia e diffondere la consapevolezza che questi disturbi possono essere curati. Fondamentali per il successo del trattamento sono, infatti, la diagnosi precoce della malattia ed un intervento tempestivo affidato ad un’équipe di specialisti.

L’Associazione culturale MAD, allo scopo di sensibilizzare e di informare i cittadini, ha organizzato due mostre e un convegno: la mostra fotografica “Extra-ordinary life” di Marcello Scopelliti e la mostra di pittura di Vito Ribecco “La ragionevole leggerezza del corpo” insieme al convegno “Bambole di Carta 2.0” con un’equipe di professioniste specializzate ed alcunə cittadinə.

Mercoledì 15 marzo 2023 ore 18:00 Latina via Carlo Cattaneo (spazio incontri Latina Bene Comune) l’evento è patrocinato dal Comune di Latina.

Marcello Scopelliti mostra fotografica “Extra-ordinary life” a cura di Fabio D’Achille

Il progetto fotografico Extra-Ordinary Life nasce da un’idea di Chiara De Nardis e Marcello Scopelliti. Tutto inizia per caso, davanti ad un caffè.

Quando Chiara si racconta a Marcello, appena conosciuto. E lei si racconta come si fa con gli amici di vecchia data. Racconta una storia che pesava 130 kg. Racconta delle difficoltà di una vita extra large, di come i gesti quotidiani di una persona super obesa fossero complicati. Racconta la fatica fatta per allacciarsi le scarpe, per farsi una doccia. Per compiere, in pratica, tutte le azioni che normalmente si fanno nella vita di tutti i giorni. Insieme hanno pensato di urlare questo dolore. Di gridare questo disagio ma di farlo attraverso un linguaggio muto. Extra-Ordinary Life è un progetto aperto.

Il nome del progetto si riferisce, da una parte all’aspetto prettamente ponderale. Moltissime volte sentiamo il termine “extra” usato in relazione alle persone con obesità, ed anche se questo a volte può avere un’accezione negativa, non è sempre così, e soprattutto non lo è per chi ha pensato questo progetto. Dall’altra ci si riferisce alla necessità di pensare a questa condizione come qualcosa di “ordinario”, perché questa malattia è ordinaria in quanto rappresenta uno dei principali problemi di salute pubblica a livello mondiale.

In Italia due adulti su cinque sono in eccesso ponderale e questo vuol dire che ogni giorno, ordinariamente, milioni di persone si trovano a convivere con una malattia cronica, degenerativa ed invalidante. E poi vi è la non-ordinarietà di alcuni aspetti della quotidianità di queste persone.

Ostacoli che sembrano piccoli, ma che rendono difficoltoso lo svolgimento di tante azioni che ogni giorno tutti noi compiamo.

La fotografia si può ritenere uno strumento ‘facilitatore’ da utilizzare con lo scopo di aiutare le persone a diventare maggiormente consapevoli di alcuni aspetti della propria personalità e dei propri modi di essere ed anche ad avvicinarsi a realtà loro distanti come quelle che riguardano una malattia. Permette di imparare a vedere le cose in modo diverso: da altri punti di vista, da distanze differenti, con colori diversi. Per tutti questi motivi la fotografia può essere un mezzo per “curare” quei disturbi dello sguardo di cui la società contemporanea sembra soffrire, come il guardare senza vedere, il guardare senza meravigliarsi, il non guardare affatto, il guardare sapendo già in anticipo che cosa si deve vedere.

in questa preview si delinea la prima parte del lavoro di ricerca svolto da Marcello Scopelliti. Un lavoro partito dal concetto di compressione. Le immagini del cibo, realizzate schiacciando selezioni di alimenti in una pressa industriale, vogliono simbolicamente rappresentare la compressione esercitata dai corpi obesi, una compressione interna ed esterna, la compressione socio-ambientale, che nasce dalla discriminazione, la compressione subita emotivamente… il peso sul cuore.

Vito Ribecco mostra di pittura

“La ragionevole leggerezza del corpo” a cura di Fabio D’Achille

“Quanti tentativi per prendere il volo?

Il desiderio è volare. 

La questione è complicata! 

Corpi leggeri, diafani e sottili che tentano l’ascesa in una danza tra il cielo e la terra. 

Quando le decisioni sono difficili, quando gli ostacoli sembrano insormontabili e quando si ricerca il salto e il guizzo che solleva verso l’alto. Anche sfidando la forza di gravità, quella gravità delle cose che fa parte delle nostre vite e che ci spinge verso il basso, che fa percepire i corpi pesanti, schiacciati, sofferenti. La ricerca di una spinta verso l’alto che consente di guardare oltre e cercare soluzioni. 

Quel momento impercettibile prima di mettere in atto un’azione, qualunque essa sia, che ti porta a pensare… ma sto facendo bene? Volerò? 

La speranza è che sia leggero come il volo di un ballerino!”


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