Facoltà di medicina. Mancini insiste: «Per favore, cerchiamo di essere seri». Con buona pace di Fondi e Terracina, il luogo naturale è Latina, da un punto di vista logico, logistico e strutturale
8-1-2024
Politica
Facoltà di medicina. Mancini insiste: «Per favore, cerchiamo di essere seri». Con buona pace di Fondi e Terracina, il luogo naturale è Latina, da un punto di vista logico, logistico e strutturale
Pasquale Mancini torna sul tema del giorno: la Facoltà di Medicina.
«Non è possibile che il Polo delle Libertà, su tutti i temi strategici di sviluppo della nostra Provincia, sia diviso non perché ha una idea di sviluppo diverso, ma soltanto perché alla base del ragionamento vi è legato strettamente e solo un interesse di bottega, di Collegio Elettorale.
Così non si fanno gli interessi generali, cari signori.
Aver assistito in questi giorni alla diatriba, tutta interna al Polo, tra il Sindaco Finestra da una parte e l’On Fazzone e Burani dall’altra, e disputarsi il ruolo degli ospedali della Provincia su una distribuzione della attivazione e frequenza del tirocinio clinico della Facoltà di Medicina, è cosa di altri tempi, il cui pensiero dominante non è Università-Studenti-Provincia-Ospedali, bensì Università-Collegio Elettarale-Elezione e/o rielezione, interesse personale e in ultimo, forse Ospedali-Studenti!
Si può sviluppare un ragionamento più vasto e più ampio, coinvolgendo soggetti più adatti che non siano solo e soltanto quei politici che pensano solo al proprio ed unico campanile? Intervengano altri e più qualificati soggetti nel dibattito che rischia di distruggere una grande potenzialità di sviluppo, soprattutto culturale, della nostra città e della nostra Provincia.
Cerchiamo di non fare sciocchezze! Cerchiamo di non sporcare e di tenere lontano la solita demagogia e spartizione tra le forze politiche, quando parliamo di sapere, di conoscenza, di cultura, di giovani-studenti.
La Facoltà di Medicina e Chirurgia, non v’è dubbio che dal punto di vista logistico-strutturale, ha il proprio centro naturale a Latina città, ma su ciò non vi è la necessità di pretendere rivendicazioni politiche, e l’Amministrazione comunale, sebbene in gravissimo ritardo, sta attrezzando i locali (chissà! quando saranno pronti! A proposito a quando la bonifica dell’area circostante che di giorno in giorno diviene sempre più discarica?).
Ma proprio in virtù di una centralità logistica non si riesce a capire perché non vi debba essere anche una centralità didattico-clinica avendo a disposizione un ospedale come il S.M. Goretti che punta ad essere trasformato in DEA di secondo livello, con una chirurgia vascolare già avviata e con l’ipotesi di una neurochirurgia.
Come fanno gli esponenti di F.I. ad annunciare che il triennio clinico e le specialistiche della Facoltà di Medicina dell’Ateneo federato di Latina verranno trasferite, secondo accordi (ma tra chi? Non può esservi accordo che tenga!), a Terracina e Fondi, ospedali periferici che versano in grave difficoltà come attestato dalle pagine del rapporto della commissione parlamentare di inchiesta sul sistema sanitario.
Il nosocomio, infatti, di Terracina presenta un sovradimensionamento delle strutture ed accoglie 120 posti letto al momento , con una previsione di 208 posti letto; l’ospedale di Fondi, ancor più decentrato rispetto alla didattica, ancora incompiuto, al momento dispone solo di 120 posti letto: solo associando i due nosocomi si ha una unità ospedaliera a norma di legge per il numero di posti letto.
Il polo ospedaliero Terracina-Fondi, inoltre, dispone di un numero limitato di reparti, eseguendo poco più del 20% degli interventi di tutta l’Azienda U.S.L. avendo un bacino di utenza di circa 100 mila abitanti.
L’ospedale di Latina svolge oltre il 50% di tutta l’attività chirurgica dell’Azienda U.S.L., presenta una offerta di reparti sicuramente adeguata e serve un’utenza di 250 mila abitanti che rappresenta la metà della popolazione della provincia. Ragion per cui, migliore è senz’altro, anche, l’offerta formativa per gli studenti futuri.
Per ultimo ho lasciato il problema economico legato al decentramento della facoltà e al costo e disagio per gli studenti: riusciamo ad immaginare uno studente, ad es. di Aprilia, che segue una lezione a Latina e poi deve andare all’ospedale di Fondi e/o perché no, domani, di Formia, per un tirocinio clinico?
Di chi i problemi allora?
Naturalmente questo non significa che si intende escludere il coinvolgimento delle struttura sanitarie provinciali che restano pur sempre una risorsa aggiuntiva su cui poter contare al bisogno.
Allora niente demagogia, bandiamo il piccolo cabotaggio opportunistico, lasciamo perdere l’interesse elettoralistico e discutiamo serenamente, dialogando con i settori interessati della società nell’interesse supremo del bene comune».