A destra per caso

8-1-2024

Politica

A destra per caso

Pier Ernesto Irmici: «Viviamo nel disordine politico dagli esiti incerti»

“Bisogna partire dal 1994, Achille Occhetto e i postcomunisti, furono i portatori del disordine nella politica e, allo stesso tempo, vittime della loro stessa azione”. A dirlo è stato Pier Ernesto Irmici, consigliere regionale del Lazio e cofondatore di ReL (Riformismo e libertà) durante l’incontro presentazione del libro “A destra per caso” di Carlo Gambescia e Nicola Vacca, sabato scorso 19 febbraio.
L’iniziativa, promossa dall’Associazione Pro Loco Fondi in collaborazione con il Creia, ha visto la partecipazione attenta di un numeroso pubblico nel salone del Palazzo Caetani che ha ascoltato gli interventi di uno degli autori (Nicola Vacca) di un politico-filosofo (Pier Ernesto Irmici) moderati dal promotore culturale con passate esperienze politiche nel PCI e in formazioni civiche di centrosinistra (Virginio Palazzo).
Il partèrre era di tutto rispetto e variegato nelle esperienze politiche e culturali, ma tutti hanno avuto la possibilità di rivivere anni politici che vanno dallo spartiacque della “discesa in campo” di Berlusconi, fino allo “strappo” di Fini.
In una città come Fondi, dove il centrodestra fa registrare da anni percentuali elettorali ben al di sopra di quelle nazionali; dove l’elettorato moderato è stato da sempre maggioritario; dove gli allora democristiani entrarono in massa in Forza Italia; sentire quel “A destra per caso” è stato un po’ rivedersi nel viaggio di solo andata fatto dagli autori e constatare che di fatto “la casa” lasciata non c’è più.
Ma lo stesso si può dire di quello avvenuto nel centrosinistra… Infatti sulla domanda posta da Virginio Palazzo: “Perché oggi Destra e Sinistra si somigliano troppo?” Nicola Vacca ha risposto che “Berlusconi si è perso per strada, perché non ha completato la spinta iniziale, finendo per costruire tutto intorno alla sua persona. Penso – ha detto Vacca – che con la sua uscita di scena dalla politica, si perderà gran parte del patrimonio politico accumulato. E la sinistra ha solo svolto la funzione di comprimaria, cercando di braccare Berlusconi, senza porre un progetto politico alternativo”.
Pier Ernesto Irmici, invece, ha fatto scaturire il suo ragionamento da un dato: “Viviamo da diciassette anni in una fase di transizione perenne, di riforme se ne son viste ben poche. In un mondo dove ormai le risposte e i cambiamenti viaggiano veloci, la politica deve saper rispondere con maggiore rapidità. Penso poi – riferendosi Irmici alla somiglianza tra destra e sinistra – che il sistema bipolare e ancor di più, quello bipartitico, porta i due schieramenti ad indirizzare l’azione sempre verso il centro e così a rendere impercettibili le differenze. La differenza è, e sarà, tra chi riesce a tradurre in fatti la proposta politica e chi no”.
Nel corso della serata non sono mancati i riferimenti all’attuale presidente della Camera. Nicola Vacca lo liquida con un secco: “Gianfranco Fini ha gli occhialini poggiati sul nulla”. E Pier Ernesto Irmici, ripensando la fusione del Pdl: “Sarebbe stato meglio se Forza Italia e An fossero rimaste due entità distinte. Oggi, alla luce di quello che stiamo vivendo, l’esito potrà essere più di tragedia che di commedia”.
In “A destra per caso”, Carlo Gambescia e Nicola Vacca, intellettuali di provenienza cattolico liberale il primo e socialista riformista il secondo, in una interessante e agile conversazione illustrano il cammino delle idee della destra italiana, verso la sua involuzione finiana e fino ai distinguo farfuturisti, indicando quelle che ritengono le loro incoerenze.
Si tratta di un pamphlet, non una resa dei conti; un libro scritto e pensato per dare conto di una genealogia della cultura di destra. Dopo averla attraversata, a quattro mani e a due voci, in forma di conversazione, le pagine del libro testimoniano il viaggio di Gambescia e Vacca in una galassia, quella della cultura di destra, che oggi è in continua mutazione ma assomiglia molto a una nebulosa difficile da identificare.
Una analisi sincera fuori dagli schemi conformisti: si fanno nomi e cognomi, si denunciano, attraverso la loro esperienza personale, le incoerenze e le debolezze intellettuali di una destra che quotidianamente perde l’occasione di una costruttiva ricomposizione.
E così Carlo Gambescia e Nicola Vacca raccontano la loro esperienza di intellettuali e giornalisti culturali passati, accidentalmente, a scrivere per l’area politica destrorsa, nel periodo delle sue maggiori trasformazioni ideali, essenziali ed estetiche. Marco Tarchi, Giano Accame , Enzo Cipriano, Marcello Veneziani, Pietrangelo Buttafuoco, Gennaro Malgieri, Alessando Campi sono alcuni degli intellettuali della destra che vengono ricordati nel rapporto con la cultura di quello schieramento politico nella fase della sua trasformazione.


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