Parvapolis
8-1-2024
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Il neo eletto Sindaco di Sabaudia, dopo aver nominato gli assessori ed aver loro conferito le deleghe, con una serie di decreti ha ulteriormente delegato ad otto consiglieri comunali e ad un esterno una serie di funzioni proprie di notevole rilevanza: ambiente, territorio, lavori pubblici, attività produttive, sport, portualità etc.
Già nel corso della passata consiliatura avevo sollevato perplessità circa la legittimità di questa procedura, pertanto in data odierna ho inviato una lettera al Difensore civico regionale per sollecitare un suo intervento per le seguenti motivazioni.
In base alla normativa delle autonomie locali, appare chiaro che i ruoli tra esecutivo e consiglio debbano essere mantenuti distinti: il Consiglio svolge la funzione di indirizzo politico amministrativo e di controllo sull’attività dell’ente, per cui un consigliere non può essere chiamato a gestire direttamente un settore dell’amministrazione per conto del Sindaco, perché si troverebbe contemporaneamente nella posizione di controllato (in quanto consigliere delegato) e di controllore ( in quanto membro del Consiglio ).
Questo è confermato dall’art. 48 del D.lgs. 267/2000, che individua nella Giunta l’unico soggetto chiamato a collaborare con il Sindaco, nonché con l’art. 33, comma 1, dello Statuto del Comune di Sabaudia che analogamente dispone che “La Giunta è organo di impulso e di gestione amministrativa del Comune, collabora con il Sindaco all’attività di governo”.
Il Ministero dell’Interno richiesto di parere su di un caso analogo ha avuto modo di inserire sul proprio sito web un parere in data 7 agosto 2008, in cui si legge tra l’altro: “…poiché il Consiglio svolge attività di indirizzo e controllo politico-amministrativo, partecipando “…alla verifica periodica dell’attuazione delle linee programmatiche da parte del Sindaco … e dei singoli assessori” (art. 42, comma 3, T.U.E.L.), ne scaturisce l’esigenza che i contenuti dei compiti delegati siano tali da evitare una incongrua commistione nell’ambito dell’attività di controllo medesima e, quindi, lo svolgimento di competenze proprie degli assessori…il consigliere può essere incaricato di studi su determinate materie, di compiti di collaborazione circoscritti all’esame e alla cura di situazioni particolari, che non implichino la possibilità di assumere atti a rilevanza esterna, né di adottare atti di gestione spettanti agli organi burocratici. E’ suscettibile di rilievi di legittimità una delega conferita per l’esercizio di compiti riguardanti singoli settori dell’amministrazione comunale, poiché così risulterebbe aumentato in modo surrettizio il numero degli assessori”.
La completa estraneità del Consiglio Comunale dalle operazioni di gestione attiva è stata ribadita da una copiosa giurisprudenza.
L’affidamento di deleghe in alcuni casi relativi ad interi settori dell’amministrazione comunale, come fatto dal Sindaco di Sabaudia per i lavori pubblici, l’ambiente, le attività produttive o il demanio marittimo, sarà fonte di problemi pratici in quanto, quando i provvedimenti relativi a queste materie dovranno essere discussi in Giunta, non potendo partecipare il consigliere delegato ai lavori di quell’organo, non si comprende chi potrà relazionare sulle proposte presentate.
Problemi si porranno anche quando dovrà essere discusso il rendiconto dell’esercizio, in quanto i consiglieri delegati dovrebbero astenersi per evitare di votare sui risultati di una gestione cui hanno partecipato direttamente.
Infine la numerosità delle deleghe affidate crea una moltiplicazione dei centri decisionali che viene ad appesantire l’organizzazione interna rendendo sempre più complesso il funzionamento della macchina comunale, per cui anziché agevolare il lavoro del Sindaco potrebbero appesantirlo.