Parvapolis

8-2-2024

Prosegue, tra problemi e colpi di scena, il nuovo tentativo dello scalatore
setino Nardi di avere la meglio sul Nanga Parbat.

Daniele Nardi, Alex Txikon, Ali Sadpara, Adam Bielecki eJacek Tcech hanno
deciso di collaborare per attrezzare con le corde fisse la via Kinshofer. L’accordo
tra i due team è stato preso visto che entrambi vogliono salire dalla
stessa via, e visto che i due polacchi hanno abbandonato l’idea di tentare la
salita in stile alpino. Ieri Nardi e Bielecki si trovavano a 5800 metri sotto
le Rocce Kinshofer quando Bielecki è caduto in parete, facendo un volo di 80
metri. Per via dell’incidente i due sono ridiscesi al campo base.

Nei giorni scorsi Nardi, Txikon e Sadpara avevano portato il materiale
necessario sulla montagna. Lunedì mattina Nardi, Bielecki e Tcech sono saliti a
campo 1, con l’idea di recuperare quanto lasciato da Txikon e Sadpara al campo
deposito di 5700 metri e continuare ad attrezzare la via fino al campo 2.
Dovevano quindi fissare le corde fino alle Rocce Kinshofer, che si trovano tra
5950 metri e 6150 metri.

Lunedì stesso Tcech è tornato indietro da 5400 metri, dopo aver lasciato
l’attrezzatura che aveva portato con sé, mentre Nardi e Bielecki hanno
continuato.

“Mancavano 200 metri per arrivare sotto le rocce Kinshofer e altri 200
metri per arrivare sotto il campo 2 – spiega Nardi -. Siamo stati molto veloci
a salire anche con il carico pesante sulle spalle. Abbiamo depositato il
materiale in eccesso a 5700 metri ed abbiamo iniziato a scalare: Adam saliva da
primo, avevamo con noi 400 metri di corde, ha attraversato un canale di
ghiaccio facendo sosta a circa 5800 metri. Ho sentito che fissava un chiodo da roccia
e l’ho visto fare la manovra di ancoraggio, poi è successo qualcosa ed è
caduto. È volato per circa 80 metri. Durante il volo improvviso non ho potuto
far altro che ancorare al meglio la sua corda al mio imbrago e poi attendere la
botta. Ho fatto un rapido calcolo, ero sicuro che le due viti da ghiaccio
infilate nel ghiaccio duro avrebbero retto lo strattone. Fortunatamente la
caduta è avvenuta sul pendio libero da rocce affioranti. Ho approntato una
sicurezza fino alla sosta precedente. Se si fosse rotto qualcosa per me non
sarebbe stato per niente facile portarlo giù, fortunatamente la caduta gli ha
procurato solo delle escoriazioni e perdita di materiale da scalata. Eravamo
quasi arrivati al tratto più facile e per un attimo Adam ha anche pensato di continuare,
io non ho avuto dubbi invece e siamo ridiscesi prima al campo 1 e poi al campo
base, dove l’ho medicato. Durante la discesa Adam sorridendo mi ha ringraziato.
E’ stato un momento duro che abbiamo superato insieme. Oggi ci aspettano i
festeggiamenti.”


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