Cori. Ospedale. Il Comitato impedisce l’inaugurazione: «Un golpe vergognoso della Asl». La direzione e il sindaco: «Sono solo facinorosi»
8-2-2024
Cronaca
Cori. Ospedale. Il Comitato impedisce l’inaugurazione: «Un golpe vergognoso della Asl». La
direzione e il sindaco: «Sono solo facinorosi»
Il Comitato Civico e il Tribunale per i diritti del malato denunciano la vergognosa e beffarda cerimonia di inaugurazione (non avvenuta, per la verità, ndR) dellOspedale di Comunità di Cori. LOspedale di Cori è chiuso. LOspedale di comunità è di là da venire e non darà servizi aggiuntivi o sostitutivi alla popolazione, ma le autorità possono prendersi burla dei cittadini coresi e dellAssessore Regionale alla Sanità, che è venuto fino a Cori per vedere un “non ospedale”: bastava che rimanesse a Latina e avrebbe visti i “non servizi sanitari”; ma questi amministratori pensano di stare alle ferrovie, tantè che il Direttore Generale dice di tagliare i “rami secchi”.
«Sono “rami secchi” i malati che peregrinano dalla provincia di Latina agli ospedali di Roma; sono “rami secchi” i malati che non trovano posti letto e vengono sbattuti da un angolo allaltro della nostra provincia; sono “rami secchi” i malati che stazionano, ore e ore, in attesa di assistenza al DEA di Latina, in attesa di autoambulanze ai Punti di Primo Intervento; sono “rami secchi” gli infartuati che moriranno perché non saranno raggiunti entro un quarto dora dal Servizio 118, come assicura lillustre cardiologo Dott. Maggiacomo; sono “rami secchi” i pazienti oncologici che da ottobre attendono la radioterapia (150-180 gg. di attesa); sono “rami secchi” le mamme che aspettano un bambino e non potranno fare il Monitoraggio in tempo debito; sono “rami secchi” le donne che hanno urgenza di una Mammografia; sono “rami secchi” coloro che attendono 100 giorni una Gastroscopia; sono “rami secchi” i malati cronici che a casa attendono da mesi che il CAD assicuri la Fisioterapia; sono “rami secchi” gli uomini e le donne che devono attendere 130 giorni per un Holter, 190 giorni per una endoscopia, 240 giorni per unEcocardiogramma. Sono “rami secchi” tutti gli anziani, i malati che non hanno vie preferenziali, come i potenti della nostra provincia, nellaccedere ai servizi sanitari; sono “rami secchi” i malati in precarie condizioni economiche della provincia di Latina che non avranno possibilità di mettere mano al portafoglio e curarsi privatamente per tutti quei servizi che la Asl di Latina, di fatto, nega. Ma cosa vogliamo?
Vorremmo che chi amministra un servizio pubblico ricordasse che non è lì grazie a qualche potente di turno, che quel servizio non è suo, ma è un bene pubblico! Di tutti i cittadini. Vorremmo che ricordasse che svolge una funzione di servizio ai cittadini, che il tempo del suo lavoro è prezioso. È tempo perso inaugurare servizi che non ci sono, meglio firmare delibere (come ad esempio quella per la manutenzione dellacceleratore lineare, da mesi sulle scrivanie dei dirigenti Asl); non solo, inaugurare servizi finti, è una frode per i cittadini che hanno già pagato con le tasse servizi che non date. Ieri la Asl ha dimostrato che vuole tenere in ostaggio la salute dei suoi maggiori azionisti: gli abitanti della provincia di Latina. Aggiungiamo che il 23 aprile verrà ricordato a Cori, come il giorno della Vergogna, del Golpe della Asl con la complicità della Giunta Bianchi contro i coresi: hanno negato ai cittadini, nonostante i comunicati stampa della Asl inviati a tutti gli organi di informazione, che ieri vi sarebbe stata una cerimonia di inaugurazione (del nulla). Il modo in cui si è agito, non per, ma contro i cittadini, è segno dello scarso senso civico di chi amministra il paese e i nostri servizi sanitari: hanno fatto credere allAssessore Saraceni che l”Ospedale di Comunità” fosse una scelta condivisa con tutta la popolazione: quanto di più falso!»
Il Comitato Civico e il Tribunale per i diritti del malato hanno fatto parte di una Commissione speciale sui problemi dellospedale di Cori: non cè mai stato uno straccio di Progetto di Ospedale di Comunità posto alla nostra attenzione. I progetti quando sono veri sono costruiti tra chi dà servizi e chi li riceve. Il fantomatico progetto dellOspedale di Comunità è stato gestito come un contratto privato tra la Asl e alcuni Medici di famiglia, come se qualcuno potesse disporre della nostra casa senza il nostro consenso! Per finire: i costi dellOspedale di Comunità che garantirebbe 16 posti letto a malati non acuti (quindi già si tratterebbe di ricoveri inappropriati, non in linea con i LEA), potrebbero, destinati ad una seria assistenza domiciliare integrata, coprire il fabbisogno di assistenza di quasi 100 persone al giorno su buona parte del territorio nord della provincia di Latina. Ultima nota dolente della giornata le minacce che il Sindaco Tommaso Bianchi ha rivolto contro il giornalista del Tg3 lazio: sì, non avrebbe dovuto documentare con le telecamere linaugurazione di un ospedale vuoto!
Grazie Sindaco, per lidea che ha della libertà di informazione. Lei, come sarebbe stato suo compito, non ha informato i cittadini dellinaugurazione e ha posto veti alla libertà dei giornalisti. E grazie ancora Sindaco per le ingiurie che ha rivolto nei confronti dei suoi concittadini, rammenteremo la giornata di ieri come la giornata del Golpe e della Vergogna».
Né si fa attendere la risposta del Sindaco Tommaso Bianchi. Il Tribunale per i diritti del malato? «Un gruppo di facinorosi strumentalizzati dall’opposizione politica. Mi sento offeso
da un simile comportamento che non conosce giustificazioni di sorta. Un intervento poco civile
da parte di cittadini certamente non rappresentativi dell’intera comunità. Segno
questo di una sconfitta politica ed amministrativa ormai palese: non è così che ci si batte
nelle schermaglie di partito, non speculando su un argomento così delicato come la sanità,
diffondendo notizie false e tendenziose come la chiusura dell’ospedale di Cori. L’ospedale
di Cori è e sarà un esempio di come l’avvento della nuova sanità parte dai piccoli centri
tramite proprio i country hospitale». Ed aggiunge la direzione generale della Asl:
«Quelle poche persone, forse, non si sono rese conto che hanno causato solo un ritardo nell’avvio
di un servizio nuovo che va ad aggiungersi al Poliambulatorio, al Punto di Prelievo per le
analisi, al Punto di Primo Intervento sulle 24h, al servizio 118 ed al potenziamento di altri
servizi esistenti sul territorio. Resta impossibile pensare al ripristino di una postazione
per acuti per soli 16 posti letto, tale perciò da non poter assicurare né qualità, né sicurezza,
né un buon uso dei soldi dei contribuenti».