Annozero ci ha solo sputtanati

8-1-2024

Politica

Annozero ci ha solo sputtanati

«Chi ha visto la trasmissione ha faticato a riconoscerci fatti e verità»

L’eco della trasmissione di Annozero di giovedì scorso, come fuoco fatuo, si è spento. Scrive Everardo Longarini, portavoce del presidente Cusani:
«A distanza di qualche giorno dall’evento mediatico nazionale possiamo ragionevolmente pensare che il programma di Rai2 sul “caso Fondi” si è segnalato quale utile palcoscenico per non far comprendere ai cittadini italiani coloro che sono dalla parte della legalità e della giustizia, chi invece approfittando della confusione e della complessità del caso ne ha fatto un cavallo di battaglia politico irrinunciabile.
Oppure per chi, non avendo letto neanche un foglio del voluminoso fascicolo, continua anche dopo aver smesso la toga a condannare senza appello tutti coloro che si oppongono a quanto prodotto dalla Commissione d’inchiesta.
Opposizione che rimane in ogni caso un diritto inalienabile per una democrazia che si vuole compiuta e maggiorenne.
L’altra sera, da Santoro, il collegio giudicante televisivo era composto poi da elementi scelti accuratamente.
C’era chi ha sempre sostenuto lo scioglimento per mafia del Comune di Fondi e chi organico al Popolo della Libertà (Bocchino) reiterava per l’intera trasmissione che “Se fosse stato per lui il Comune di Fondi sarebbe stato sciolto per mafia”.
Nel mezzo, e il rischio lo si sapeva, c’era il senatore Claudio Fazzone, al quale il programma regalava il compito di rispondere a tutte le critiche, anche alle più strambe e inattendibili.
È stata una battaglia impari quella condotta dal senatore pontino che ha lottato e smontato, quando gli è stata offerta la possibilità di parlare con tranquillità, tutte le accuse e sottolineato con forza le incongruenze contenute in molte delle famose 515 pagine della Commissione d’inchiesta.
A corredo del fil rouge “Profumo di Mafia”, Santoro ha poi aperto un collegamento con la “feudataria” del lago di Paola.
L’azionista di maggioranza dello specchio lacustre, mentre raccontava con pathos la favola della speculazione edilizia che si vorrebbe sul Suo lago e disquisiva senza contraddittorio di “bracci armati di Fazzone in provincia di Latina”, dava l’impressione di cedere, poverina, da un momento all’altro ad una crisi di nervi.
Insomma, anche per chi conosce la complessa vicenda, l’altra sera ha avuto difficoltà nel mettere in fila il senso compiuto degli argomenti, e ad eccezione dello sputtanante titolo della puntata “Profumo di Mafia”, non riusciamo ad immaginare cos’altro abbiano potuto cogliere gli italici telespettatori.
Santoro, ponendo in scaletta e fuori tempo massimo il “caso Fondi”, oggettivamente, non ha confezionato una rappresentazione degna della sua consolidata tradizione, né ha riportato dati di ascolto importanti capaci di continuare a tener lontano le critiche di una linea editoriale sostanzialmente di parte.
C’è invece da riflettere seriamente su una dichiarazione del giorno dopo del Ministro degli Interni, che riferiva alle agenzie “ho condiviso parola per parola quella relazione e se qualcuno vuole querelare il prefetto di Latina allora dovrà querelare anche il ministro dell’Interno”.
Maroni è un magnifico ministro e noi lo avevamo compreso bene quando, a poche ore dal voto per il rinnovo del consiglio provinciale di Latina, concordava con la candidata alla presidenza di via Costa e deputata del Pd Sesa Amici, un question time sul “caso Fondi”.
Per chi non lo ricorda, il candidato presidente alla provincia per il Pdl era Armando Cusani.
Cosa dire di più dell’eccellente ministro?».


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