Cisterna. Carturan lascia l’Udc. «Non ho compreso e non comprendo alcune scelte e alcune posizioni che mi sono sembrate poco coerenti…»

8-1-2024

Politica

Cisterna. Carturan lascia l’Udc. «Non ho compreso e non comprendo alcune scelte e alcune posizioni che mi sono sembrate poco coerenti…»

Conferenza stampa a sorpresa, ieri mattina, del Sindaco di Cisterna di Latina e Consigliere Provinciale Mauro Carturan per annunciare la sua decisione di uscire dall’U.D.C. per rendersi Indipendente.
“Questa mattina – ha detto Mauro Carturan – ho inviato la comunicazione delle mie dimissioni dall’U.D.C. al Segretario Regionale ed a quello Provinciale. Ho riconsegnato la tessera del partito e lascio tutti gli incarichi ricoperti, tra cui quello di capogruppo in Consiglio Provinciale, dove alla prossima riunione ufficializzerò questa mia posizione con una comunicazione formale”.
“Credo – continua – di avere, come consigliere provinciale, un mio consenso personale per il quale non ritengo di dovermi dimettere ma di continuare a sostenere il Presidente Armando Cusani magari attraverso la costituzione di un gruppo misto, ma non con l’U.D.C.”
L’uscita dal partito di Casini è una decisione definita da Carturan “irrevocabile e definitiva” per i noti contrasti con il segretario provinciale Michele Forte ma non solo.
“Poco ho compreso – dice Carturan – alcune scelte dell’U.D.C. a livello nazionale prima delle elezioni politiche 2006, ed ancor meno comprendo l’attuale posizione del partito che, in forma semplicistica, sembra voler ‘togliere di mezzo’ la figura politica di Berlusconi per un rinnovamento della classe dirigente. Anche se tutto ciò può apparire ineccepibile mi sembra che le risorse e l’attività del partito dovevano essere impiegate diversamente, riponendo la necessaria attenzione alle attese degli italiani ed alle istanze del ceto medio produttivo e delle classi meno ambienti. Così come non sono d’accordo con la legge elettorale di cui l’U.D.C. ha assunto la paternità e che, di fatto, contribuisce a costruire classi dirigenti e figure politiche autoreferenziali e richiuse su stesse”.
“Sul piano locale – continua – da lungo tempo ho cercato di instaurare un rapporto franco e leale con la classe dirigente del partito e più specificatamente con il segretario provinciale. L’U.D.C. a livello provinciale è un partito monocratico e personalistico. Sono mesi che non dialogo con il segretario provinciale e sono stanco di apparire rissoso e litigioso, semmai fermo e deciso, con chi non rispetta gli accordi presi. Nell’ultima tornata elettorale, l’U.D.C. ha avuto una verticale flessione di consensi (tranne alcune eccezioni) e, nonostante ciò, il partito è apparso fermo, quasi paralizzato su se stesso. In qualunque altra sede democratica, sia essa di natura politica o sociale, il primo atto sarebbe stato quello della restituzione del mandato da parte del vertice provinciale, seppure come gesto simbolico ed esclusivamente formale. Ritengo anche di esprimere un giudizio di non condivisione, se non di censura, per la forma nepotistica e ripiegata su sé stesso che sta assumendo il partito. Esprimo un rammarico ed un saluto a quei tanti amici che, come accaduto per Clemente Carta, hanno mostrato simpatia e condivisione con il mio pensiero e poi, nel momento in cui è giunta, la ‘manna dal cielo’ sono scomparsi”.
“A livello comunale continuerò ad operare all’interno della Casa delle Libertà come Indipendente nell’ambito della mia storia politica personale che si è sempre riconosciuta nella Democrazia Cristiana. Sono un Sindaco che può apparire anche irrequieto – conclude – ma sicuramente leale”.

Diana A. Harja


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