Consiglio provinciale: «Fermiamo la Riserva di Ponza e Palmarola»
8-1-2024
Politica
Consiglio provinciale: «Fermiamo la Riserva di Ponza e Palmarola»
Il Consiglio provinciale non ci sta. Nessun problema a contrastare loperato del ministero dellAmbiente. Oggetto del dissenso è la possibile istituzione della Riserva Naturale “Isole di Ponza e Palmarola”, che qualificherebbe le due isole come un vero e proprio paradiso ecologico, almeno secondo gli intendimenti ministeriali, e permettendo così la salvaguardia dellattuale ecosistema. Il Consiglio provinciale critica fortemente questa scelta, specie perché non è stata interpellata la popolazione isolana, ciò ha portato i consiglieri ad esprimere un voto unanime sulla delibera – illustrata dall’Assessore provinciale all’Ambiente, Giuseppe Simeone – che fa voti: «Affinché la Presidenza del Consiglio dei ministri, il ministero dell’Ambiente e la Regione Lazio, ognuno per le proprie competenze, sospendano l’esame del provvedimento concernente la proposta di istituzione della Riserva Naturale “Isole di Ponza e Palmarola”, posto in discussione presso la Presidenza del Consiglio dei ministri il giorno 10 ottobre 2000 e procedano all’insediamento di un tavolo tecnico-istituzionale in cui possano essere discusse contestualmente e nel suo insieme le proposte di istituzione di vincoli relativi al territorio complessivo del Comune di Ponza, al fine di giungere ad una globale proposta, dopo aver effettuato una serie di incontri-confronti nei quali si siano verificate le effettive ricadute socio-economiche locali».
La votazione è avvenuta al termine di una seduta di consiglio alla quale ,oltre a tutti i gruppi politici – hanno preso parte anche il Sindaco di Ponza, Antonio Balzano, accompagnato da una delegazione del comune isolano, il presidente del Consiglio regionale, Claudio Fazzone, l’assessore regionale all’Ambiente Marco Verzaschi. La discussione ha visto intervenire inizialmente Magliozzi (FI) che ha ricordato come «l’atto che ci impegniamo a deliberare, altro non riassume che la volontà e le istanze del popolo di Ponza». Magliozzi ha poi mosso severe critiche al Ministero dell’Ambiente che «in barba alla sospensiva concessa dal Tar dopo il ricorso di Provincia e Comune di Ponza, ha comunque convocato una riunione tecnica per la riserva naturale, con una modalità d’agire che ha suscitato sdegno, irritazione e perplessità, in quanto sono state intraviste conseguenze negative sull’economia locale basata essenzialmente sulla pesca e sul turismo». Sono intervenuti anche Gerardo Forte e D’Arcangeli (DS) e Mosca (An) che hanno tutti espresso la volontà di venire incontro alle legittime richieste della popolazione di Ponza, criticando le proposte ministeriali «concepite e ideate senza prevedere un riscontro partecipativo di opinione da parte dei residenti del territorio oggetto di vincolo». Ha concluso il Presidente del Consiglio provinciale, Michele Forte che ha sollecitato tutte le forze politiche ad attivare i propri parlamentari regionali e nazionali affinché le legittime esigenze della gente di Ponza possano venire tutelate in tutte le sedi istituzionali preposte.
Non mancano, comunque, i problemi sociali. Su iniziativa del consigliere Pernarella lAula ha poi approvato, sempre all’unanimità, un ordine del giorno, scaturito da una iniziativa di solidarietà alla ditta Desco di Terracina che oggi sollecita la possibilità di poter operare su un’area più grande, in quanto quella attuale è ormai insufficiente alla sua attività. Con il concreto rischio, stante l’impossibilità di poter ottenere l’area richiesta, di chiusura dell’azienda.
Nell’ordine del giorno approvato, il Consiglio «esprime viva preoccupazione per le gravi ripercussioni che ne deriverebbero per l’intera economia ed il mondo del lavoro della provincia pontina e fa voti affinché da parte delle autorità preposte venga messa a disposizione della Desco un’area adeguata per la costruzione di un nuovo stabilimento, eventualmente da finanziare con la riconversione dell’area sulla quale oggi è posizionato il vecchio impianto, di modo che alla stessa Desco sia riconosciuto concretamente il diritto a poter operare nelle migliori condizioni, così da salvaguardare i suoi livelli produttivi ed occupazionali».