Parvapolis
8-1-2024
“Accolgo con gratitudine la lettera aperta che i parroci e i viceparroci di Latina hanno indirizzato ai candidati alle prossime elezioni amministrative.
Sono grato perché ritengo che la Chiesa sia un interlocutore ineludibile per la politica, la quale, in nome di una sana laicità, non può escludere dal dialogo civico e civile quanti operano in favore dell’uomo e della città.
Nella nota si richiamano tre disposizioni interiori, tre «passioni», quali caratteristiche richieste ai prossimi amministratori di Latina: una grande passione per la città; una grande passione per la legalità; una grande passione per l’impegno comune per le cause comuni.
Ne aggiungo una quarta che, a mio parere, ingloba le altre: una grande passione politica, «arte nobile e difficile», e non «per» la politica.
La passione politica mi vieta di essere indifferente alla vita della città nella quale abito e mi impone di condividere il carico delle storie di quanti abitano accanto a me.
La passione politica mi spinge a trasformare la disposizione interiore in impegno attivo, in atti concreti:
1.Perché la Città sia di tutti e di ciascuno: infatti il mio progetto è quello di lavorare sulla coesione sociale, sulle pari opportunità.
2.Perché in essa la legalità e la trasparenza siano il linguaggio comune, condiviso da amministratori e cittadini: il patto della Trasparenza con la città l’ho già siglato, sarà l’asse portante della prossima amministrazione comunale. Voglio un municipio trasparente, a partire dall’agenda del sindaco, che sarà resa pubblica. Come pubblici saranno tutti gli atti e le spese.
3.Perché in essa le differenze non siano motivo di divisione: solo una reale convivialità delle differenze è capace di divenire forza comune che sa coagularsi intorno a quei valori condivisi che consentono ad ogni uomo e ad ogni donna di condurre una esistenza degna. Creare momenti di incontro, favorire nuovi spazi di aggregazione – sfruttando i tanti luoghi della città e dei borghi male utilizzati – sarà compito del prossimo sindaco.
Raccolgo e ricambio volentieri l’augurio di buon lavoro con il quale si conclude la missiva e raccolgo altrettanto volentieri l’invito al dialogo”, queste le parole di Forte.