Parvapolis
8-1-2024
«Latina non sta colmando quel vuoto istituzionale creato dalla progressiva uscita di scena delle province dal panorama politico italiano».
Spiega Nicola Calandrini: «La nostra città non si sta conquistando il ruolo di capitale di area vasta, che le è naturale, dopo aver ricoperto per decenni il “ruolo di capoluogo”. Questo quadro è preoccupante anche perchè l’assetto dell’area di Roma città metropolitana, di fatto “libera” da rappresentanza tutto il territorio che va dai Castelli Romani alla Campania.
Ma da parte del sindaco di Latina Damiano Coletta nulla viene fatto per ribadire questo ruolo, non ha una strategia di azione, viaggia a caso: i trasporti con Aprilia e Cisterna, i rifiuti con Formia, il raddoppio della Pontina sul quale non si pronuncia perché “tanto è un progetto della Regione”… Coletta non propone si “infila”, come se Latina, 130 mila abitanti, fosse un ospite incapace di ospitare.
In tal senso la risposta del sindaco di Sermoneta sulla opportunità di far entrare nell’Ato dei trasporti la nostra città, è emblematico. Lo stesso sindaco, 7000 residenti, è la testimonianza di questa incapacità di Coletta di uscire da steccati autoreferenziati.
E questo atteggiamento vale anche per le politiche di Acqualatina dove il sindaco del Comune di riferimento dell’ATO 4, si astiene, non sceglie, non si pronuncia. Coletta ha demandato ad altri le scelte.. Un vuoto a cui Coletta risponde con improvvisazione, con scelte dettate da contingenze e non da strategie.
Sul problema della mobilità pubblica provinciale, il primo cittadino di Latina doveva porre questa discussione al centro del confronto amministrativo, invece? Invece si fa “riprendere” dal sindaco di Sermoneta che segnala come “tutti i cittadini sono eguali”. Questo è vero, ma la presenza di Latina nell’Ato trasporti farebbe diventare quell’Ato la seconda area del Lazio dopo Roma, per bisogno di mobilità, e questo cambia e, di molto, la prospettiva.
Ma Latina dovrebbe essere “attrattiva” anche per Sezze, Terracina, Sabaudia… ma bisognerebbe avere idee e non sposare quelle altrui.
Bisognerebbe, soprattutto, prendere consapevolezza del ruolo e del peso politico della nostra Città nel panorama regionale, farle esercitare finalmente quel ruolo di Primus inter pares a livello di comuni che la storia le ha destinato».