Parvapolis
8-1-2024
Riceviamo e pubblichiamo
Gli eredi Scalfati avrebbero querelato un consigliere comunale di questa amministrazione per le vicende legate al Lago di Paola, perché reo di aver posto domande ed interrogativi sulla gestione dello specchio acqueo che sarebbero stati poco graditi.
Pur nel rispetto delle prerogative che la legge assegna ad ogni cittadino per la tutela dei propri diritti, debbo stigmatizzare tale iniziativa, perché potrebbe apparire come il tentativo di porre un freno alla legittima funzione pubblica di un consigliere che certamente è stata dettata dal precipuo interesse di tutelare gli interessi della collettività, che sono e costituiscono il riferimento per ogni pubblico amministratore.
Non si comprende infatti questo modo di agire e ne prendo fortemente le distanze, perché le domande sono lecite e fornire le risposte è atto dovuto, soprattutto quando si ritiene di essere nel giusto. Questa amministrazione si è sempre adoperata e si sta adoperando, oltre ogni misura, per la tutela del lago, che costituisce risorsa ambientale unica per Sabaudia che ha il diritto legittimo, legittimato ormai da quasi un secolo di quotidianità, di affacciarsi ogni mattina sul lago e goderne la sua bellezza naturale, senza pensarlo imprigionato in regole che, seppur appartenenti all’ordinamento democratico, limitano, anche solo con il pensiero, il rapporto diretto, naturale, innegabile della città con le sue acque.
Non accetto quindi un tal modo di porsi, a suon di querele che non servono a nessuno, né tanto meno a questa risorsa naturale unica che chiede di essere tutelata e salvaguardata per continuare la sua vita insieme con quella del suo meraviglioso, quanto unico, territorio.