Thyssen, cosa c’è da fare?
8-1-2024
Politica
Thyssen, cosa c’è da fare?
Il processo rischia di essere una svolta “epocale” per la nostra magistratura e per il nostro sistema di valori
Il processo Thyssen Krupp rischia di essere una svolta “epocale” per la nostra magistratura e per il nostro sistema di valori. Oggi, sono stati rinviati a giudizio per reati che arrivano fino ai 21 anni di carcere, tutti gli indagati per il rogo della fabbrica che è costato la vita a sette operai e che ha smosso l’ opinione pubblica italiana, che sembrava ormai quasi assuefatta da stragi di questo genere.
L’ accusa è di omicidio volontario con dolo eventuale, prima volta in Italia per casi di morti sul lavoro. Ma il processo rischia di scoperchiare quello che di più imbarazzante c’è in questa storia, la collaborazione tra controllati e controllori avrebbe finalmente fatto capolino tra le pieghe di questo complicato dibattimento rimbalzando tra giornali e TG di questa mattina, qualcuno infatti, sembra informasse i dirigenti responsabili della sicurezza alla Thyssen sulla data dei controlli dei sistemi anti-incendio e di sicurezza generica, in modo da prepararsi per l’ occasione. Se così fosse, sarebbero ben altre le dinamiche interessanti di questo processo, perché se è vero che giustizia è dovuta per gli operai morti e feriti in questa tragedia è anche vero che i dati della mortalità sul lavoro in Italia, presentano cifre da vero allarme sociale. Le cifre sono di tre morti al giorno (dati aggiornati 2007/08) una strage di dimensioni epocali. Bisognerebbe davvero cominciare ad interrogarsi sulla nostra nazione, sulla legittimità di un governo o sulla moralità dei suoi esponenti, se nessuno mettesse mano per risolvere una questione così orribilmente vera.
In Italia è risaputo che c’è la tendenza a distogliere l’ attenzione dai problemi, piuttosto che risolverli, ma una questione così grave, dovrebbe essere al centro del dibattito politico ad oltranza, ogni giorno.
In un paese dove si lanciano allarmi con inquietante efficacia sul modo di pensare della nostra cittadinanza, resta da capire cosa sia più facile: Se fare gli indifferenti e scaricare i problemi sul governo successivo, affrontando con anonimi richiami e magari anche qualche candidatura simbolica, la questione di migliaia di persone che ogni anno muoiono per andare a lavorare oppure, affrontare il problema di petto, con serietà e determinazione, partendo dai controlli, alla repressione, togliendo fisicamente dal mercato quegli imprenditori che non hanno voluto salvaguardare la vita dei propri operai, a fronte di una spesa “eccessiva” dal loro modo di vedere. Eccessiva perché forse gli impediva di girare con il macchinone o di comprarsi una villa più grande.
Cosa sarà più facile da fare? seguire l’ onda (si spera positiva) del processo Thyssen oppure continuare a sentire il pesante peso della colpa per omissione che ogni giorno grava addosso ad ogni uno di noi?