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8-3-2024

L’azienda Cincinnato di Cori ha ospitato ieri un convegno organizzato da Intesa Sanpaolo sull’agroalimentare dell’agro pontino per facilitare il confronto tra imprenditori e banca. 

Nel 2015 il valore aggiunto dell’agroalimentare in Italia è ammontato a 58,5 miliardi di euro pari al 3,9% del valore aggiunto totale nazionale. In termini occupazionali in Italia sono circa 1,3 milioni gli occupati nell’agribusiness pari al 5,5% degli occupati totali. La rilevanza del settore è confermata anche su scala europea con l’Italia al secondo posto dopo la Francia nella produzione agricola e terza nell’alimentare. Nel 2016 l’Italia è stato il paese più ricco di produzioni locali meritevoli dei marchi DOP, IGP e STG. L’export di agricoltura, silvicoltura e pesca hanno raggiunto un livello pari a 6,6 miliardi di euro nel 2015, il 23,6% in più rispetto al 2008 (+1,27 miliardi di euro). In crescita anche le vendite di alimentare (+ 6,9 miliardi di euro; +43,1%) e bevande (+2,5 miliardi di euro; +50,5%). Il buon andamento del 2015 trova conferma nei dati 2016 e nei prossimi anni ci si aspetta un’ulteriore accelerazione della domanda estera. Nel Lazio è presente il 6,1% delle aziende agricole italiane.

La provincia di Latina con 20.540 imprese circa rappresenta l’1,3% delle imprese italiane e il 21% di quelle laziali. Il territorio agropontino è un territorio di eccellenze che nell’ortofrutta vanta quattro certificazioni: il kiwi di Latina, il sedano bianco di Sperlonga, l’oliva di Gaeta e il carciofo romanesco a cui si aggiunge la certificazione dell‘olio delle colline pontine. Prodotti apprezzati all’estero come dimostrano i numeri delle esportazioni. Nel 2015 le esportazioni di prodotti agricoli in questa provincia hanno rappresentato il 2,2% delle esportazioni totali della filiera agricola italiana e il 53,7% delle esportazioni della regione. E i tassi di crescita dell’export mantengono un buon ritmo anche nel 2016.

Il Gruppo Intesa Sanpaolo per facilitare le imprese nell’accesso al credito ha realizzato un progetto innovativo che ha l’obiettivo di sostenere le filiere produttive di eccellenza del sistema imprenditoriale italiano. Con il Programma Sviluppo Filiere Intesa Sanpaolo ha sviluppato un nuovo modello di servizio che, grazie alla collaborazione con le grandi aziende del Made in Italy, accompagna le piccole e medie imprese che ne costituiscono la filiera produttiva nella realizzazione dei propri progetti di crescita sul territorio, di internazionalizzazione e di rinnovamento. Nel settore agroalimentare il Programma Sviluppo Filiere conta ad oggi oltre 100 filiere dislocate su tutto il territorio nazionale, con una certa disomogeneità tra le diverse Regioni: nel Lazio, per esempio, è presente una sola filiera che coinvolge un totale di 24 fornitori. In parallelo si contano sul territorio laziale altri 150 fornitori appartenenti a filiere dislocate invece su altre Regioni. Ma il programma risulta ancora sottoutilizzato rispetto alle sue potenzialità.

«Intesa Sanpaolo ha messo in campo diverse risorse a supporto del settore e nel 2016 ha stipulato un accordo con Mipaaf impegnandosi ad essere la prima banca dell’agricoltura proprio con l’obiettivo di sostenere le imprese agricole e le filiere agroalimentari stanziando un plafond di 6 miliardi di euro per il triennio 2016-2018. Vogliamo aiutare le imprese a raggiungere nuovi mercati e per fare questo servono maggiori dimensioni di impresa, maggiori investimenti, maggiore diversificazione».


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