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8-2-2024

Innovazione, sviluppo, ricerca di qualità, internazionalizzazione, rivalutazione dell’ambiente, lancio di nuovi brand, questi i must del seminario “Reti di imprese per l’export e l’innovazione nel settore agroalimentare”, organizzato da Fondimpresa Lazio e SFC Sistemi Formativi Confindustria.
Il convegno è l’occasione per fare il punto sull’importanza dei Contratti di rete: questi hanno riferimenti legislativi nazionali, non sostituiscono ma affiancano altri strumenti di aggregazione, riguardano tutte le imprese (di tutte le dimensioni, settori e territori) e sono affiancati da ben quattro linee di intervento statale: semplificazioni, incentivi regionali e nazionali, supporto finanziario e agevolazioni fiscali.
A quali esigenze rispondono i contratti di rete fa riferimento Sergio Viceconte, presidente di Fondimpresa Lazio e Direttore Generale di Confindustria Latina, quando afferma che: “Ricerca, sviluppo e innovazione sono alla base di una nuova filosofia di concepire le imprese”, aggiungendo che “queste si attuano con la realizzazione di processi innovativi, abbattendo sprechi e rivalutando l’ambiente”.
Come? “Puntando sul marketing -continua Viceconte- che consente di sviluppare ed implementare informaziione di promozione e di diffondere il valore delle qualità e la conseguente pubblicizzazione della realizzazione dei prodotti”.
Il discorso poi si sposta sul piano dell’internazionalizzazione che per Viceconte “accresce la produzione all’estero, consente di contrattare e rilanciare i prezzi di acquisto e potenziare la formazione personale attraverso la partecipazione a fiere e creazione di brand”. Autentiche basi per imprese a carattere europeo…
L’appuntamento, dedicato ad approfondire l’opportunità che lo strumento delle reti di impresa offrono, ha illustrato il nuovo progetto formativo di Fondimpresa e SFC: “TASTE – Tecniche per l’Analisi dei consumi e lo Sviluppo dell’Internazionalizzazione”. L’importanza di tale progetto risiede soprattutto nell’essere stato condiviso con due enti statali che, ad oggi, guidano scelte e interpretano i cambiamenti sociali ed economici: ISTAT e Ice, Istituto per il Commercio Estero.
I contratti di rete consentono di mantenere saldo la valorizzazione della figura dell’imprenditore correlata dalla sua autonomia- chiude il Direttore Generale di Confindustria Latina.
Il seminario prosegue con l’intervento di Daniele Rossi, amministratore delegato di Federalimentare Servizi che fa il punto su quanto la crisi economica abbia condizionato il potere d’acquisto dei consumatori. Questo per Rossi ha generato negli acquirenti: “Una propensione negativa agli investimenti, una netta diminuzione del carrello alimentare di spesa e maggior rotazione dei prodotti in casa”. Una possibile modalità di risoluzione consiste per Rossi nel dare ossigeno agli imprenditori in apnea con operazioni di medio periodo, fruttando le risorse fornite dalle politiche settoriali ed attuandole nella gestione corretta della filiera sul territorio, anche attraverso parternariati pubblico-privati”.
Al tavolo di confronto ben si inserisce anche il commento di Luigi Mastrobuono, Direttore Generale Confagricoltura, che punta l’attenzione su come la crisi economica abbia “cambiato i consumi, i comportamenti e le logiche produttive che stanno venendo meno e sulla riduzione delle risorse da allocare sul territorio”.
Una rilevante chiave di lettura per Mastrobuono consiste nella globalizzazione: “Le imprese devono organizzare tutto il sistema operativo produttivo e spingerlo ad abbassare i costi, riposizionandosi sul trend dell’attualità rinvigorite dagli incentivi governativi”. Anche se per Mastrobuono le reti d’impresa non son certo la “panacea di tutti i mali, consentono comunque di sviluppare piani d’attacco più efficaci di quanto farebbero i singoli imprenditori, mettendo insieme potenzialità logistico-produttive di più settori”.
A chiudere i lavori l’Assessore all’Agricoltura della Regione Lazio Sonia Ricci, che commenta come “la consapevorezza della difficoltà della messa in opera del Psr, piani di sviluppo rurali nell’agro industria, deve contriduire a generare una cultura associativa d’eccellenza basata sulla costruzione di sistemi che valorizzino la qualità dei prodotti e aiutino le nostre aziende a far rete comune, crescere e risalire la scala della concorrenza competitiva”.


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