Parvapolis

8-3-2024

Diminuiscono
i  servizi per la terza età mentre
aumenta il numero degli anziani. La Cisl esprime preoccupazione. “Questo stato
di cose non è più sostenibile – afferma  Tommaso
Ausili Reggente della CISL di Latina – i 
Comuni non possono solo lamentarsi perché c’è una riduzione delle
risorse finanziarie.  E’ venuto  il tempo delle decisioni e delle
responsabilità. I Comuni devono avere il coraggio di sottoscrivere  convenzioni con l’Agenzia delle Entrate
per  scovare chi non paga le tasse. E’
l’unico  modo per fare entrare le
risorse  e assicurare i livelli minimi di
welfare. In alternativa la  riduzione del
welfare finisce per alimentare la rabbia delle persone in maggiori difficoltà. “

I
dati più recenti confermano il trend degli ultimi anni :  aumentano gli anziani in provincia di Latina,
mentre  diminuisce il livello dei
servizi. Tra il 2008 e il 2014 il numero degli ultrasessantacinquenni è
cresciuto  di 20 mila unità e la
percentuale è passata dal 17,3 % al 19,7%. Nello stesso periodo il numero dei
giovani tra  i 25 e i 34 anni è diminuito
di 9 mila unità, nonostante la popolazione complessiva sia aumentata di 35 mila
unità. Per ogni 100 giovani in età da 0 a 15 anni vi sono 151 anziani con oltre
65 anni.

Per
Lino De Luca, Segretario della Federazione
dei Pensionati di Latina, quest’ultima 
misura rappresenta il “debito demografico” per le  generazioni future. “Un debito che
rischia di avere conseguenze nefaste sulla previdenza, la spesa sanitaria e l’
assistenza. Aspetto che dovrebbe convincere tutti a rivedere certi  stereotipi riguardo l’immigrazione. La verità
è che abbiamo un disperato bisogno di forze giovani per garantire la continuità
del sistema produttivo e previdenziale. Con tassi di natalità così bassi solo
l’immigrazione può salvarci dal crack previdenziale. D’altro canto il welfare
italiano è noto per essere tra i meno efficaci, a livello europeo, per il
contrasto alle disuguaglianze. Negli ultimi anni sono state destinate quote
residuali di spesa alle funzioni dedicate al sostegno delle famiglie, alla
conciliazione dei tempi di vita, alla disoccupazione, al contrasto delle
condizioni di povertà e all’esclusione sociale. Sono stati lasciati
irrisolti  i principali problemi che
affliggono i soggetti più fragili della nostra società.”


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