Parvapolis
8-2-2024
Due promozioni di serie B d’eccellenza nella stessa città, a Latina, una a Ferentino. Le ha
ottenute solo Alberto Brogialdi, l’edicolante di Piazza dello Stadio, quello che ogni mattina si alza alle cinque per rifornire di giornali e riviste una bella fetta del mondo dello sport. Alberto, coach in aspettativa e commerciante, ex impiegato all’Icot, ora non allena più, dopo le ultime esperienze a Ruvo di Puglia, Bernalda, Fondi.
Brogialdi ha il basket nel sangue, da sempre. Il padre, Franco, per 60 anni meccanico di classe specializzato in Alfa Romeo, grande amico di Santino Palumbo, lo ha avviato ai cesti fin da bambino. Il “Brogio”, con una capigliatura da capellone anni ’70, cominciò sul campo all’aperto dell’Immacolata, in compagnia del suo amicone Luigi Ascenzi, una coppia di inseparabili. Alberto cominciò subito a destreggiarsi nel tiro da fuori, non gli piaceva correre ma preferiva una comoda mattonella, messa a terra dal parroco francescano Padre Bruno Lorenzi, scomparso dieci anni fa tra il cordoglio generale. Brogialdi, diplomatosi ragioniere al Vittorio Veneto, si è sposato giovanissimo ad appena diciassette anni
con la dolce Patricia, insegnante di religione al Liceo Scientifico Grassi. Le avventure cestistiche di Alberto sono sempre state al centro dell’attenzione.
Era capace di segnare trenta punti il mercoledì e fare “virgola” la domenica. In un acceso derby con Cisterna, al pallone pressostatico del Circolo Cittadino, mise a segno quarantadue punti. Il seguitissimo settimanale Pontin Sportivo titolò: “Brogialdi si maschera da Morse”, aveva imitato l’angelo biondo di Varese degli anni di platino della Ignis. Alberto si arrabbiava quando giocava poco, a tal punto da lasciare l’AB Latina per passare alla Pallacanestro Latina di Marcello Zanda che lo schierò subito in serie D, a fare canestri con un campioncino proveniente da Gorizia di cognome Raida, anche lui sposatosi alla giovane età di diciassette anni.
La carica dei ragazzi padri di famiglia fece grande il quintetto di via Pio VI. Brogialdi faceva fare salti di gioia agli spettatori che gremivano la tribunetta davanti al bar Turi Rizzo dove ogni domenica trovava posto l’attrice Dalila Di Lazzaro, fidanzata fedele del playmaker
Stefano Pirro, un belloccio proveniente dalla Stella Azzurra Roma, dove giocava tutto l’ambiente “bene” dei Parioli e di altri quartieri altolocati. Nel 1977, a soli diciotto anni, Brogialdi ha deciso di cominciare la carriera di allenatore, guidando la formazione femminile del Trofeo Propaganda della Cestistica Latina. Condusse le ragazzine pontine ad
una eccellente affermazione sul campo dell’Antida Sora, una squadra gestita da suore Orsoline che non gradivano certi gesti dalla panchina da parte del focoso tecnico di via Umberto I . Per qualche tempo i rapporti tra i l Brogio e le “sorelle” non furono idilliaci. La riconciliazione avvenne in una pasticceria di Sora davanti a frappe e babà, il tutto
innaffiato da aranciata San Pellegrino e chinotto Neri. Alberto continuò a giocare per qualche anno, terminando la carriera con i l Cos Latina, in Promozione. Cominciò a frequentare i corsi da allenatore girando l’Italia, dalle rocce di Bormio al mare di Messina. Qualche vacanza anche nei Caraibi, insieme ai tecnici Renato Sabatino, Giuseppe
Pasquali, al general manager e procuratore Enzo Garsia, al giocatore del Latina
Calcio Mauro Spada. Molti paesi stranieri si sono interessati ad Alberto. Gli Emirati Arabi gli hanno proposto un contratto principesco, tramite un certo Mustafà che, dimenticando i l fuso orario, gli telefonava alle tre di notte, svegliando l’intera famiglia Brogialdi.
Albertino è stato sul punto di allenare la nazionale maltese,
ma l’accordo economico non è stato raggiunto per poche sterline.
I suoi capolavori in panchina li ha realizzati a Latina e Ferentino, con ottimo lavoro anche a San Severo, Fabriano, Civitavecchia, Sezze, Terracina, Palestrina, Ostia. Si può dire sia stato profeta in patria. Non è poco. Il suo palmares parla chiaro: sei promozioni,
quattro campionati giovanili vinti, un successo. Da quando si è dimesso da impiegato amministrativo dell’Icot, ha preso a cuore il mondo della carta, dei giornali, delle riviste e videocassette (eccetto quelle porno). Gli affari vanno bene davanti lo stadio dove Ughetto, lo storico tifoso nerazzurro, ogni mattina compra il Corriere dello Sport. Poi arriva Renato Mocellin, industriale e mecenate dello sport, che non smette mai di lavorare nell’area di Mazzocchio, in comune di Pontinia Un episodio curioso.La Polizia Stradale ha inseguito il Brogio lungo il Passo del Furloo. Lui ha tirato fuori la tessera da allenatore del Fabriano e lo hanno graziato. Alberto ha detto: “Vado di corsa, devo raggiungere il Palazzetto per
fare allenamento” Il basket, nelle Marche, è davvero qualcosa che viene adorato. Alberto Brogialdi per mantenere la linea e buttare una ventina di chili di troppo si cimentava – un tempo – in partitelle con gli amici di sempre. Si ricorda bene del tiro mortifero di una volta, quello che bruciava le retine da nove metri. Persino il “prof” Gabriele Viscomi, quello che insegnava all’Industriale, è riuscito a mettergli la museruola e a tenerlo a secco. Alberto
Brogialdi, proprietario di un’edicola, legge naturalmente tutti i giornali. Ha rilasciato volentieri tante interviste al settimanale “Anteprima”, al suo grande estimatore Marco Battistini, che lo sentiva tutte le settimane, chiedendogli giudizi su giocatori di ogni categoria, dalla Nba alla seconda divisione maschile. Dice: ” Il basket non è più quello di una volta, ai miei tempi si giocava meglio, c’era più entusiasmo” Parole di un coach che
vuole riabbracciare la strada della grande pallacanestro. Potrebbe trovarla proprio a Latina, la sua città. Saranno contenti Enzo Vernacchio e Rodolfo Salomone, general manager e presidente della favolosa Virtus Rip Inox, che lo hanno proiettato verso posizioni da marziano. In bocca al lupo.