Parvapolis
8-2-2024
C’era una volta un sogno chiamato Serie A. Uno stadio Domenico Francioni sempre pieno, in ogni ordine di posto e di scalini, che prometteva la cornice delle grandi occasioni calcistiche per il grande salto di qualità, come avvenne lo scorso anno nel campionato cadetto. Già, un’occasione unica, la prima per la città di Latina nella sua piccola storia che avrebbe permesso l’accesso al massimo campionato nello sport nazionale più popolare. Ricordo le file chilometriche alle 8 del mattino per accaparrarsi il posto per vedere con i propri occhi le partite dei leoni neroazzurri durante la fase dei playoff. L’occasione diventò propizia per i tifosi/cittadini pontini nel tentativo di costruire finalmente comunità e identità grazie a questo sport. In quel indimenticabile 18 giugno, era tutto un abbraccio tra “fratelli” al gol di Bruno con la sensazione di avercela fatta…
La storia andò diversamente, nella sportività di chi subito dopo ha riconosciuto la sconfitta e che allo stesso tempo era pronto a ripetersi, più forti di prima.
Si parlò di uno stadio nuovo, oppure ampliato, ma dopo qualche mese ridimensionato dall’inagibilità del settore ospiti. Poi le insoddisfacenti prestazioni da mister Beretta al ritorno di mister Breda a riconferma di quel treno perso passato quel famoso 18 giugno scorso. E ora? I dati confermano il calo in media di presenze registrando dal 5352 al 4090 di quest’anno, dove il massimo è stato raggiunto contro il blasonato Bologna con i 5243 spettatori. Un calo che la dice lunga sul rapporto dello scorso anno e che scoraggia quell’intuizione pennacchiana di aggregazione e integrazione sociale. Un tifoso che segue i colori della proria città non dovrebbe mai abbandonarli, così come quando si raggiungono alti traguardi e ci si finisce volentieri sul carro dei vincitori. C’è da lottare, e quest’anno si parte dall’ultima posizione in classifica per una squadra/città che deve emergere, di nuovo.